The Venice Glass Week 2022
“[…] Ed ora, persi i miei desideri mondani, mi faccio assorbire interamente dal processo creativo. Quando ripercorro i recessi della mia mente, vi trovo un’infinita distesa di spazio: ed è qui che posso creare e soffiare liberamente il vetro.”
Crossroads of Fate, Tsuchida Yasuhiko
The Venice Glass Week 2022 – Franco Schiavon Gallery
Dal 2017 la città di Venezia dedica ogni anno un grande festival internazionale all’arte vetraria: The Venice Glass Week. L’iniziativa è ideata per celebrare, promuovere e supportare il vetro artistico, in particolare quello di Murano.
Nel 2022, anno ufficialmente designato dalle Nazioni Unite come International Year of Glass, The Venice Glass Week, insieme a Vision Milan Glass Week, presentano una nuova manifestazione congiunta: The Italian Glass Weeks. Il festival, della durata di due settimane, avrà due focus: a Milano, dal 10 al 18 settembre, con un programma dedicato in prevalenza al vetro industriale e al design, e a Venezia dal 17 al 25 settembre, con protagonista il vetro artistico.
The Italian Glass Weeks intende essere la più significativa iniziativa europea dedicata al vetro nel 2022.
Il percorso installato presso la fornace della Franco Schiavon Gallery, aperto dal 17 al 30 settembre 2022, si articola in tre tappe: un’unica arte, il vetro di Murano, raccontato attraverso differenti interpretazioni filosofiche, materiali, tecniche ed espositive. Partendo dall’opera contemporanea del giovanissimo artista milanese Francesco Perruccio, passando per la peculiare forma espressiva dell’artista peruviana Ana Maria Reque, fino ad arrivare al riassunto di venticinque anni di carriera del maestro Tsuchida Yasuhiko: attraverso il lavoro curatoriale di Veronica Vitari, in questi tre volti di Murano abbiamo voluto raccogliere l’anima ossimorica della Franco Schiavon Gallery, al tempo stesso contemporanea e tradizionale, locale e cosmopolita, perpetua ed in continua evoluzione.
The Breath – Francesco Perruccio
Dall’idea dell’artista Francesco Perruccio e dalla maestria della fornace Simone Cenedese, nasce la scultura “ The Breath”: due polmoni, di intenso colore ‘rosso veneziano’, realizzati al fine di catturare in un’opera d’arte il principale testimone della pandemia che negli ultimi anni ci ha incredibilmente messo alla prova. Così desiderato nei momenti più bui dei lockdown, disperatamente assente nella frenesia dei reparti-Covid d’ospedale, soffocato dalla cruda necessità delle mascherine: il respiro è ora impossibile da sottovalutare. Respirare è vita, energia, lucidità, libertà e non dimenticare ciò che – simbolicamente – i nostri polmoni hanno dovuto affrontare ci dona un nuovo sconosciuto senso di umanità e, di conseguenza, la possibilità di costruire su esso una condivisa speranza.
Fluid Ocean – Ana Maria Reque
“Concepisco le mie opere come riflessi di una Natura Ricreata: con i miei lavori, cerco sempre di sensibilizzare il pubblico alla salvaguardia di mari e oceani e, più in generale, dell’intero spettro della vita marina. A questo scopo, cerco di trasportare in vetro e ceramica Raku delle icone equoree, come Meduse, Anemone, Stelle Marine e Coralli: l’abilità di queste specie di continuamente rinnovarsi, evolversi e mutare è un’infinita fonte d’ispirazione per me. Nelle mie opere racchiudo anche la natura marittima delle due grandi città della mia vita, Lima, dove sono nata, e Venezia, dove sono cresciuta artisticamente. In due poli opposti del nostro pianeta ho trovato tante similitudini, tra cui la precarietà della salute del proprio ecosistema marino; i contraccolpi più gravi del riscaldamento globale, come l’innalzamento delle temperature medie delle acque e, di conseguenza, la perdita di biodiversità delle specie che le abitano, sono molto più evidenti nelle città di mare. Il mio design rappresenta tali specie animali come fossero un inno alla speranza: è la capacità -specialmente- delle Meduse di rimanere eterne, seppur in continua evoluzione, a lanciare un messaggio al pubblico, come incentivo a non arrendersi e a ricercare nuove soluzioni per salvaguardare il mare e, più generalmente, la Terra nel suo intero.”
– A.M. Reque
Crossroads of Fate – Tsuchida Yasuhiko
Cade, in questo particolare 2022, il venticinquesimo anniversario dall’inizio della carriera artistica vetraria di Tsuchida Yasuhiko, nato ad Osaka nel 1969 e sbocciato a Murano nel 1997. Il titolo della mostra, realizzata nell’ambito della sesta edizione della Venice Glass Week, intende richiamare il nome di una sua collezione realizzata nel 2012: Crossroads of Fate non è, però, solo un titolo, ma anche un concetto, una filosofia, un’ispirazione. Nei Crocevia del Fato viene racchiuso il processo creativo di questo artista, maturato nel corso di questi venticinque anni e raccontato in questa nuova esposizione, che tenta una sintesi di ciò che Tsuchida ha potuto comunicare con la sua arte attraverso le sue più diverse creazioni e collezioni.
In quella che lui definisce “l’infinita distesa di spazio della propria mente”, ha raccolto sguardi, incontri, segni, emozioni e sensazioni che hanno lasciato un’indelebile traccia nel suo essere artista e, di conseguenza, nella sua produzione. La malinconia provata dopo un incontro casuale con un vecchio amico, la quiete profonda di un viaggio in vaporetto all’alba, il preciso pattern di una coda di pavone, la sensazione di piccolezza dinnanzi alla luna d’autunno: nulla di tutto ciò può essere casuale, trascurabile, marginale. In ognuna di queste piccolezze, è tracciabile una sorte, un destino che ci unisce in un tutto: con questa esposizione, si è cercato di raccogliere e raccontare le volte in cui Tsuchida Yasuhiko è riuscito a trasformare in arte i momenti in cui si è sentito parte di questo Tutto, o, più semplicemente, i propri crocevia del fato.
Life Connections – Alexis Silk
Il corpo, la natura, la mente: tre diverse prospettive di un’unica incredibile umanità. I soggetti di Alexis Silk intendono analizzare i collegamenti intrinsechi tra l’uomo e la natura, tra la società e l’industria, ma anche tra l’essere artista e il ruolo dell’arte nelle dinamiche umane.
Alexis Silk, nata a Seattle nel 1983, è una delle pochissime donne che lavorano il vetro a Murano: è un ambiente lavorativo in cui la percentuale maschile è nettamente predominante, ma le sue creazioni sono state accolte e ammirate dai maestri muranesi e, soprattutto, dal pubblico mondiale. Le sue opere raccontano l’essere donna e l’essere umano a dei livelli estremamente elevati, spingendo lo spettatore ad un’introspezione verso la propria natura. Siamo, in quanto uomini, nei confronti della natura, creati e creatori: è un rapporto ambivalente, fatto di scambi, conferme, errori e responsabilità. Il concetto che la nostra persona sia parte di un tutto prima di essere individuo è un concetto fondamentale per la sua arte: tra le sue opere si possono trovare, per questo motivo, busti femminili che sbocciano in fiori, flussi mentali rappresentati come alberi che radicano tra i capelli, mani che reggono un cuore umano che altro non è che il simbolo della stessa umanità.
La sua predilezione per il corpo femminile nasce anche dal bisogno di riscatto: la figura della donna è in molti aspetti un punto di connessione tra la nostra umanità e la nostra divinità; è la sintesi della tensione e l’interdipendenza tra società e individuo. Il corpo umano è l’essenza dell’ambiguità: fortissimo, mortale, oggettificato, sessualizzato seppur sia da sempre incarnazione artistica della bellezza.
Alexis cattura questi concetti in una maestosa giustapposizione della fluidità del vetro e della rigidità del ferro, i suoi pezzi senza tempo rendono arte l’infinita conversazione tra la crescita personale e artistica, la natura e la percezione umana.
Extra: rielaborazione dell’esposizione della GAS Conference Murano Italy 2018